La Resistenza civile in cui si è impegnato Mons. Francesco Coluccia, nella sua lunga vita di sacerdote e storico, costituisce un contributo importante che si inserisce nel vasto impegno espresso dalla cultura cristiana e popolare salentina, per la ricostruzione della civiltà e della democrazia italiana, in un paese uscito dalle pesanti prove della povertà, della dittatura fascista e della guerra e pur capace di ricostruire un tessuto sociale di solidarietà e di giustizia, di cui sono piena espressione sia la Costituzione della Repubblica Italiana (1948) sia il Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1964). La storiografia sull’Età contemporanea elaborata da dall’illustre Pietro Scoppola ha consentito di individuare le categorie della Resistenza civile e delle Cultura della liberazione quali espressioni della capacità di ricostruzione e delle mobilitazioni solidaristiche di cui si dimostrano capaci le risorse migliori della popolazione italiana. Tra queste risorse vi è la cultura evangelica promosse anche dalla testimonianza di vita e dall’opera di Mons. Francesco Coluccia. Tra le sue molte ed importati attività intellettuali e pastorali, in quest’opera si comincia a descrivere in particolare il suo impegno per il recupero e la valorizzazione di importanti testimonianze e documenti della storia del popolo salentino e della sua cultura, di cui lo stesso Don Francesco è stato infaticabile promotore e protagonista.

 

 

 

Originario della Terra d’Otranto, Raffaele Coluccia ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università Cattolica di Milano, discutendo una tesi sulle leggi in materia di volontariato. Ha studiato teologia presso la Facoltà Teologia dell’Italia Settentrionale. Entro il 2014 conseguirà la sua seconda Laurea in Filosofia, presso l’Università degli Studi di Milano, presentando una tesi di Storia contemporanea, incentrata sul tema della democrazia nella storiografia di Pietro Scoppola. Lavora presso l’Università degli Studi di Milano e collabora come giornalista pubblicista con alcune testate impegnate in attività solidaristiche.

Nel 1994 ha svolto il servizio civile presso la Caritas Ambrosiana, occupandosi di sostegno scolastico a ragazzi e ragazze in difficoltà. Impegnato in molte attività di volontariato, ha pubblicato nel 2006 due studi di carattere giuridico e sociologico dal titolo: «Evoluzione del volontariato in Italia» e «Volontari per cambiare il mondo». Gli studi umanistici lo hanno condotto ad approfondire la conoscenza della Teologia della Liberazione, mediante la lettura delle opere di Gustavo Gutiérrez ed di Jon Sobrino. A seguito di tale approfondimento, tra il 2012 ed il 2014, Raffaele Coluccia ha quindi composto due brevi saggi di carattere storico dal titolo: «Cristianesimo e politica nell’Età contemporanea».

Dal 1996 al 1998 ha svolto il ruolo di direttore e vice-presidente dell’Istituto Pedagogico della Resistenza, a Milano, durante la Presidenza del partigiano e giornalista dell’Unità Orazio Pizzigoni. In tale ambito ha coordinato le ricerche storiografiche di un gruppo di giovani ricercatori, neolaureati in materie umanistiche, portando alle stampe alcune pubblicazioni: 1) Orazio Pizzigoni, Un secolo di tragedie e di speranze, 1998; 2) Lorenzo Cattoni, Autoritarismo e totalitarismo in Europa nel XX secolo, 1998; 3) Alessia Dimitri, Terrorismo e servizi segreti in Italia, 1998.

La tesi di laurea in Giurisprudenza in materia di volontariato, gli ha consentito di confermare mediante lo studio dei più recenti dati statistici, l’intuizione formulata dal Vescovo pugliese Antonio Bello circa l’esistenza di una relazione sociologica diretta tra il fenomeno del volontariato ed il problema della povertà, deducendone il dato ottimistico sulla capacità del tessuto sociale di attivarsi per rispondere in maniera solidaristica alle emergenze causate dalla miseria e dalla marginalità. Questo studio sulle migliori risorse individuali e sociali che la cultura popolare e cristiana riescono a produrre per superare le condizioni di difficoltà, soprattutto nella storia contemporanea, caratterizzata dall’oppressione totalitaria fascista, dalle vicende belliche del secondo conflitto mondiale e dalla ricostruzione del secondo dopoguerra, ha condotto l’Autore ad approfondire la conoscenza dell’opera storiografica di Pietro Scoppola, con particolare attenzione ai temi della «Resistenza civile» e della «Cultura della liberazione», oltre che a quelli della democrazia e del rapporto tra religione e politica.

L’Autore è reperibile per ogni segnalazione e proposta storiografica ai seguenti recapiti:

 

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